
Rieti, 17 giugno 2025 – Un raggio di luce filtrava alto dall’abside della Sala Riunioni del Centro Sanitario Diocesano di Via San Rufo 20: sulla polvere dorata danzavano le note di un pianoforte registrato, preludio silenzioso a un pomeriggio denso di simboli. L’evento, promosso dal Progetto CRESCENDO in collaborazione con Fratres Donatori di Sangue e con il patrocinio del Centro Sanitario Diocesano, ha riunito cittadini, volontari e curiosi per esplorare il filo che lega Pentecoste, Santissima Trinità e la Giornata Mondiale della Donazione di Sangue.
Il fuoco dello Spirito in un gesto concreto
A rompere il ghiaccio è stato Antonio Sacco, ideatore del format culturale e voce di Radio Rete 2000. «La Pentecoste – ha ricordato – celebra un fuoco che spinge fuori dalle stanze chiuse. Donare sangue è lo stesso movimento: aprire le porte del proprio corpo perché qualcun altro possa respirare». Le sue parole hanno tracciato un parallelo tra la “lingua universale” dello Spirito e quella, altrettanto universale, della solidarietà sanitaria.
La Trinità come modello relazionale
Al centro del dialogo l’intervento di Massimo Casciani, teologo e docente di religione, che ha scelto di raccontare la Trinità non attraverso formule ma attraverso immagini: «Pensate a tre fiati che si intrecciano per sorreggere la stessa fiamma. Padre, Figlio e Spirito sono quell’unico moto d’amore che genera, accompagna e rinnova». Un concetto complesso tradotto in storia quotidiana, quando Casciani ha citato l’esperienza di un giovane donatore reatino che, salvando un paziente sconosciuto, ha sperimentato «la gioia di sentirsi parte di un corpo più grande».
Testimonianze e numeri che parlano
Nel corso dell’incontro le volontarie Fratres hanno letto i dati più recenti: in provincia di Rieti le donazioni 2024 sono cresciute del 7 %, ma nei mesi estivi le scorte calano drasticamente. Da qui l’appello a trasformare la riflessione teologica in “liturgia della vita”. Tra il pubblico, famiglie e studenti dell’ITS di Rieti che hanno firmato la pre-iscrizione al prossimo “Blood Camp” di sensibilizzazione.
L’abbraccio finale
Il pomeriggio si è chiuso con un momento di silenzio. Niente applausi, per scelta degli organizzatori: solo il rumore di una penna che firma un modulo di adesione, il fruscio di giacche che si alzano dai banchi, un grazie sussurrato al microfono. Piccoli suoni che, in quell’eco, sono sembrati davvero “lingue di fuoco” capaci di accendere qualcosa di più grande.
«Pentecoste è oggi, se lo vogliamo – ha concluso Sacco – e la Trinità si compie ogni volta che la vita di uno incontra il bisogno vitale di un altro. Donare il sangue è forse la parabola più luminosa di questo mistero».